Le notizie storiche relative all’insediamento di Civitaluparella citano il luogo già nel 1115 in una bolla di Papa Pasquale II relativa ai possessi della Diocesi teatina. Più tardi in epoca angioina Civitaluparella fu possesso di Raoul e Matilde de Courtnay; nei primi anni del sec. XIV entrò a far parte dei vasti possedimenti dei Caldora, il cui rappresentante più illustre fu Giacomo, capitano di ventura. La presenza e la potenza dei Caldora in questo territorio ha influenzato in maniera massiccia la toponomastica locale tant’è che non solo Civitaluparella, ma anche altri paesi nel circondario, hanno traccia, nelle leggende locali, di ‘Re’ Caldora. Giacomo Caldora fu forse artefice di migliorie difensive dell’edificio, definito castello, che si ergeva un tempo sulla lunga conformazione carsica che sovrasta l’abitato. Il figlio Antonio nella seconda metà del XV sec., combattendo contro Ferdinando d’Aragona re di Napoli, provvide a perdere ciò che il padre aveva costruito.
Tra un feudatario e l’altro Civitaluparella nel 1668 fu acquisita con Montelapiano da Zenobia Giudice Caracciolo per la bella cifra di 29.350 ducati. Nella signoria dei Caracciolo rimase fino al 1806, anno dell’eversione feudale.